Promozione e diffusione del software libero

R.I.B.E.S. | Linux Club Italia

Rete Italiana contro i Brevetti Europei sul Software


Roma 8 giugno 2005

A tutte le Organizzazioni, Aggregazioni, Associazioni, Fondazioni, Enti Pubblici e Privati, Partiti politici, Imprese, Sindacati, Artisti, Siti Internet…

In questi ultimi giorni la questione della brevettabilità del Software é stata posta, finalmente, al centro di numerose iniziative e l’impressione é che il mondo politico ed istituzionale, almeno chi ha la responsabilità ed il dovere di farlo, se ne stia occupando e si stia preoccupando per quella che potrebbe essere una iattura di incalcolabili conseguenze.

Sono in programma nei prossimi giorni a Roma diversi convegni dedicati al tema: il 13 giugno un incontro con l’europarlamentare Guidoni, il 14 un importante convegno organizzato dalla Provincia di Roma, il 16 giugno una audizione organizzata dall’Europarlamentare Zingaretti e dal gruppo del PSE.

Vorremo cogliere l’occasione per rivedere, insieme ai tantissimi che si stanno battendo per contrastare questa direttiva, anche la possibilità di un miglior coordinamento per riuscire a fare breccia nel mondo dell’informazione e per sensibilizzare più incisivamente l’opinione pubblica. Noi dell’Associazione Linux Club Italia, come tantissime altre Organizzazioni piccole e grandi, sensibili al problema, abbiamo varie iniziative in programma, ma lo scoglio maggiore, quasi insormontabile, é dato dal fatto che tutti vorremmo che queste iniziative siano compiute a nome di una rete di organizzazioni e non solo dalle singole entità che si muovono autonomamente.

La rete che vogliamo indicare con il nome di “RIBES – Rete Italiana contro i Brevetti Europei sul Software”, impone tempi organizzativi più lenti e, a meno che non ci sia una volontà ed un impegno di massa ad aderire ed a convogliare velocemente altre realtà in questa Rete, RIBES potrebbe altrimenti diventare un ostacolo alla nostra azione. Ogni entità della Rete, che é ben cosciente dell’argomento dei Brevetti, si sta organizzando autonomamente con un proclama, con una raccolta di firme, con un modo di agire spesso l’uno simile all’altro. Uno sforzo enorme fatto dalle singole Associazioni, ma spesso quasi invisibile e ripetitivo.

E’ chiaro che un comunicato o una iniziativa fatta a nome di una entità (seppur virtuale) che ci rappresenti tutti, avrebbe una visibilità tale che nessun organo di stampa potrebbe ignorarla. Ma, purtroppo, l’unica maniera che vediamo per realizzare immediatamente una rete comune, richiede uno sforzo intellettuale diverso, una grande umiltà di fondo, una fiducia quasi cieca.

Bisognerebbe avere da tutte le organizzazioni, un assenso veloce, un’adesione “senza ne se’ ne ma”, accettando un documento che fin d’ora dichiariamo “di aver fatto insieme” e che alleghiamo a questa lettera. Il documento “e’ stato fatto insieme”, poiche’ e’ il frutto di un copia e incolla di tanti documenti che abbiamo spesso visto passare per la Rete.

Il tempo, é il nostro nemico comune.

Dovremmo cercare di raggiungere il maggior numero di adesioni in pochissimi giorni ma non vogliamo essere visti come elemento principale di questa Rete, vorremmo solamente esserne parte ed aderirne anche noi come fosse un richiamo dettato dall’alto. Abbiamo pensato che, solamente indicando la persona di Richard Stallman, egli potrebbe essere visto da tutti come un elemento comune.

Nella sua sua lettera ai parlamentari italiani ci ha chiamati a combattere questa vergogna. Stallman non é Europeo e chiede a noi cittadini di aiutare il popolo americano da questa infamia dei Brevetti che sta gia’ rovinando i cittadini degli U.S.A. RIBES potrebbe essere vista da questo punto di vista, senza nessun comandante o generale, ma libera come é ancora la Rete. E se un leader dobbiamo per forza avere, allora crediamo sia giusto riconoscerlo nel nostro amico comune Richard Stallman, il genio creatore incontestato dell’idea del Software Libero.

Coloro che risponderanno a questo invito, dovranno aderirne con la massima chiarezza. Dovranno rispondere con una email ufficiale dell’organizzazione che rappresentano, semplicemente con le parole “Aderisco al documento di RIBES, la Rete Italiana contro i Brevetti Europei sul Software”, con il nome e cognome del rappresentante e i dati dell’organizzazione rappresentata. Convincete altre organizzazioni ad aderire a RIBES, e chi aderisce, risponda inoltrando la risposta sempre a “tutti”, in modo che gli altri possano sapere immediatamente, il numero e la qualità delle adesioni pervenute. E speriamo che quei “tutti” diventino una moltitudine.

Se con un passa parola, l’adesione crescerà velocemente, allora lotteremo insieme sotto un’insegna comune, sotto l’insegna di “RIBES”. Se invece saremo in pochi, lotteremo comunque da soli, come tutte le altre organizzazioni, sperando che, nonostante le nostre piccole forze, anche se disuniti, riusciremo a raggiungere comunque l’obiettivo sperato. La sede dell’Associazione Linux Club Italia a giugno sarà aperta a singhiozzo. Ci potrete trovare comunque con piccoli stands presso varie manifestazioni estive.

Attualmente, oltre che presso la nostra sede (guardate il calendario sul sito prima di venire), ci potrete trovare alla Festa di Liberazione a P.za Brin alla Garbatella con uno stand bar ed un internet cafe’ con 4 postazioni linux e free internet. Dal 22 giugno con gli stessi stand saremo presso la festa cittadina de L’Unita’ in Via Ostiense fino alla fine di luglio. Saremo presenti anche alla festa dell’Altra Economia al Foro Italico alla fine di Giugno. Stiamo valutando se organizzare un evento anche durante la rassegna “Invito alla Lettura”. Per Settembre siamo in trattative per essere presenti nella manifestazione di Enzimi a P.za Vittorio e alla Festa Nazionale di Liberazione a Via Ostiense.

Diciamo questo perché vorremmo approfittarne per organizzare, insieme a tutti, in ognuna di queste manifestazioni, incontri ed eventi di informazione e sensibilizzazione sulla questione dei brevetti nel software. La possibilità più forte di far breccia presso la Stampa, le TV e i Parlamentari dell’Unione é aderire ad un documento comune.

Se il documento verrà riconosciuto “comune” da tante organizzazioni virtuali e reali, RIBES avràraggiunto il suo scopo. Aderendo vi chiediamo di divulgarlo il più possibile come un virus positivo nella rete. In seguito, si potrà anche pensare a diverse iniziative comuni, sotto la sigla di RIBES.

Associazione Linux Club Italia Via Libetta 15 c – 00154 Roma – Tel. 06.57250551 – info@linuxclub.it – www.linuxclub.it

 


DOCUMENTO RIBES IN PDF


Per la difesa del Libero accesso agli alfabeti informatici
Contro l’introduzione dei brevetti nel Software

FERMIAMO LA VOTAZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO

Sembra essere perfettamente noto ai soli “addetti ai lavori” il fatto che a breve (fine giugno – primi luglio 2005) si voterà nel parlamento europeo per approvare o rinviare in commissione una direttiva di legge nata con il preciso intento di introdurre la brevettabilità del software nei paesi che aderiscono alla unione europea.

Ma sono molti coloro che sembrano non aver afferrato pienamente il pericolo che questa legge, se approvata, potrebbe comportare e che segnerebbe un vero e proprio attacco a quella libertà di creare e inventare che la legge stessa pretende, nei suoi enunciati, di voler tutelare. tutto si gioca su vocaboli e leggi conosciuti da pochi e quindi comprendiamo appieno la difficoltà dell’argomento.

Il nostro obiettivo e’ di voler fare chiarezza sui concetti che la legge evoca, scoperchiando una pentola che da troppo tempo e’ in ebollizione.

Adotteremo tutte le strategie possibili affinché, anche il cittadino più distante da problemi che vengono sempre fatti passare solo come tecnicismi aridi, possa finalmente riflettere sul fatto che anche in Europa i concetti di “brevetto” e “diritto d’autore” potrebbero essere usati al fine di cancellare libertà collettive e individuali irrinunciabili per le societa’ democratiche e civili.

BREVETTO E DIRITTO D’AUTORE

Il concetto di protezione valido fino ad oggi nel software è il copyright, che in Italia viene chiamato Diritto di Autore. Questo tipo di protezione regolamenta il diritto che l’autore concede, agli utenti, di copiare parti del proprio riconosciuto lavoro. L’utilizzo delle idee contenute nelle opere dell’ingegno sono invece normalmente soggette al regime di Brevetto. Vale la pena sottolineare che il brevetto è sempre riferito non all’idea astratta che ha portato all’invenzione ma alla realizzazione pratica (industriale) di un determinato prodotto innovativo e non potrebbe essere altrimenti.

La funzione del brevetto, nel suo peculiare contesto, è molto utile e importante:

al fine di evitare che un Inventore tenga segrete le proprie invenzioni, nel timore che vengano “copiate”, lo Stato “concede”, per un limitato periodo di tempo, il diritto all’esclusività dell’utilizzo di una invenzione, in cambio della pubblicazione nel dettaglio dell’invenzione stessa.

Ciò porta vantaggio all’inventore ma anche al progresso scientifico perché si permette la diffusione della conoscenza, e quando il brevetto scade, l’invenzione diventa liberamente fruibile per tutti. In questo senso il brevetto è uno strumento molto importante e positivo: un giusto compromesso fra interessi dell’inventore e interessi generali della società.

In Europa, la Convenzione di Monaco del 1973 (ribadita nella convenzione di Berna 1979) esclude esplicitamente ed in modo illuminato il software dal campo di applicazione del brevetto (art. 52), analogamente a quelle attività tipiche della produzione immateriale:

. La Musica, i Libri, le Ricette di cucina, le Leggi, la Matematica non sono brevettabili

Nonostante questi divieti, moltissimi brevetti software, per lo più di multinazionali Nord-Americane, sono stati depositati negli uffici brevetti europei, ma non utilizzabili per l’ostacolo della convenzione di Monaco.

Se la direttiva europea dovesse passare, questi brevetti sarebbero validi, e, molto probabilmente, diversi prodotti software utilizzati normalmente e legalmente da aziende, enti, amministrazioni pubbliche e semplici cittadini sarebbero soggetti a violazioni di brevetti e quindi soggette al pagamento di diritti.

BREVETTI SULLE IDEE

A dare con chiarezza il senso e la portata di quello che potrebbe accadere se questa legge dovesse essere approvata è proprio il fatto che i software per i quali è stata inoltrata la richiesta di brevetto, a cui questa direttiva darebbe validità legale, si sono rivelati troppo spesso “tecniche” per lo più banali, non invece complesse opere di ingegno, dimostrando da subito ciò a cui si va incontro.

Il brevetto non verrebbe applicato su una opera compiuta, per tutelare un programma o un prodotto software specifico (opere queste che oggi vengono egregiamente tutelate dalla legge sul diritto d’autore), ma su idee semplici ed elementari, come ad esempio*:

. il doppio click del mouse,
. l’esistenza del cestino nel desktop,
. il metodo di pagamento online con carta di credito fatto in “un click” (di mouse)
. la barra di avanzamento, cioè la riga che visivamente avanza al progredire di una installazione software (!)

. (* tutti brevetti reali registrati negli U.S.A)

Va rimarcato che nello sviluppo del software capita molto spesso che autori differenti trovino soluzioni simili o uguali per risolvere stessi problemi: questo non vuol dire, però, che uno abbia copiato l’altro: è diventato estremamente semplice violare un brevetto sul software, pur rimanendo assolutamente in buona fede. Succede a causa del particolare modo di lavorare, tipico nel mondo informatico.

E’ scontato che i brevetti in questo ambito bloccano l´innovazione tecnologica sulla produzione dei beni di natura immateriale ed è per questo motivo che, in passato, le legislazioni di tutto il mondo hanno deciso di tutelare questo prodotto con le leggi sul copyright.

La direttiva in discussione, invece, proteggendo le idee alla base dei comuni algoritmi software, costringerebbe i lavoratori del settore a verificare, prima di progettare un sistema software, se e quali brevetti vengano eventualmente violati, cercare delle strade alternative, o pagarne i diritti.

Considerando il numero elevato di brevetti software, circa 50.000 attualmente, questa attività di controllo e verifica è impossibile da attuarsi, con i costi ed i tempi a disposizione per i consueti progetti assegnati agli sviluppatori software.

Ed e’ proprio dopo questa considerazione che appare chiaro chi potrebbe essere definitivamente favorito da una tale legge. Le grandi compagnie di software Nordamericane, che sono soggette al regime di brevettabilità software, affrontano normalmente la situazione con accordi di cross-licensing (licenze incrociate), utilizzando un patrimonio minimo stimato di 1000 brevetti software.

In questo modo le grandi Aziende consolidate di Software, che possiedono oltre 1000 brevetti, normalmente non si fanno guerre legali tra loro, ma tengono comunque ai margini del mercato le aziende concorrenti più piccole detentrici di un minor numero di brevetti.

È inevitabile, infatti, che queste ultime nella loro attività producano software che violano brevetti altrui e per questo sono tenute a pagare in termini di royalty o risarcimenti legali. Accordi di cross-licensing chiaramente non si possono effettuare con quelle società che non sviluppano software ma che detengono brevetti software.

Tanto per sottolineare il clima distorto che queste normative hanno portato negli Stati Uniti, vale la pena ricordare che in questo paese negli ultimi anni, sono nate moltissime società che hanno come unico scopo la registrazione di brevetti Software e che sono formate quasi esclusivamente da consulenti legali, pronti a portare in tribunale chiunque violi i propri brevetti.

La brevettabilità nel software porterebbe quindi all’emarginazione delle piccole e medie (e micro!) imprese informatiche, cuore del tessuto produttivo italiano (ed europeo) nell’ITC.

CONSEGUENZE SU LINUX ED IL SOFTWARE LIBERO

Un programma complesso può infrangere contemporaneamente centinaia di brevetti. Il kernel Linux, utilizzato ormai in molti programmi anche dell’Amministrazione Pubblica, infrangerebbe, secondo uno studio fatto, 283 brevetti USA.

. L’introduzione della normativa di brevettabilità potrebbe significare, quindi, la fine del Software Libero – Open Source (FLOSS), almeno in Europa.

La brevettabilità del software in Europa è fortemente voluta dalle multinazionali software Nord-Americane, e dai paesi europei che dal regime di monopolio statunitense nel software traggono profitto (come l’Irlanda).

Il regime di brevettabilità voluto in Europa, a modello americano, porterebbe uno spostamento dei costi dal settore tecnologico, innovativo, al settore legale o assicurativo.

Da una ricerca della Deutsche Bank:

“È molto probabile che i brevetti sul software, pratica comune negli Stati Uniti e sul punto di essere legalizzati in Europa, possano frenare l’innovazione. L’Europa ha ancora la facoltà di cambiare questo corso”.

La direttiva sulla Brevettabilità del Software rappresenta quindi un vero pericolo per la cultura, la ricerca, lo sviluppo economico e scientifico dell’Europa.

Le precedenti votazione del parlamento europee, contro la brevettabilità del puro software, sono state rigettate non democraticamente, dalla commissione europea. Più di un milione di piccole e medie industrie europee hanno espresso il loro disaccordo su questa proposta di legge, inoltre è stata firmata da oltre 2milioni di cittadini europei una petizione contro questa direttiva. La legge ora è stata ripresentata e per emendarla serve la maggioranza assoluta del Parlamento Europeo.

CONSIDERAZIONI FINALI

Intendiamo portare a conoscenza di tutti che l’introduzione dei brevetti nel software rappresenta una pericolosa minaccia per la stessa possibilità di esistenza futura del software libero Open Source in Europa. Nello stesso momento rimarchiamo che il problema investirà molto negativamente anche chi produce software proprietario.

Un conto e’ depositare un proprio brano musicale per il diritto d’autore, altro conto e’ essere “proprietario per brevetto” delle sette note musicali di base senza le quali e’ impossibile comporre la musica cosi’ come la conosciamo.

TUTTE LE PICCOLE E MEDIE AZIENDE INFORMATICHE ITALIANE SONO IN GRAVE PERICOLO
OCCORRE FARE PRESSIONI SUI PARLAMENTARI EUROPEI AFFINCHE’ BOCCINO QUESTA INSENSATA PROPOSTA DI LEGGE.

Pensiamo sia utile citare le dichiarazioni di Jon Hall – “Mad Dog”
Co-Fondatore del movimento del software libero:

«Immaginate Michelangelo che, dopo aver finito la Cappella Sistina, si sia fermato ad ammirare il suo capolavoro. Si sente battere sulla spalla, si volta e un tizio gli dice: “Cancelli tutto qui, lei ha usato un tipo di pennellata brevettato“. Perché questo è quello che succederà: tanti programmatori si vedranno notificare denunce per aver usato, senza neppure saperlo, linee di codice registrate da grosse società».

 


 

MOZIONE DA PROPORRE A TUTTI I CONSIGLI
REGIONALI, PROVINCIALI, COMUNALI, MUNICIPALI D’ITALIA

PER LA DIFESA DEL LIBERO ACCESSO
AGLI ALFABETI INFORMATICI
CONTRO L’INTRODUZIONE DEI BREVETTI NEL SOFTWARE

PREMESSO CHE

  • È consapevolezza ormai di tutti che il comparto informatico sia un settore strategico per le economie locali.
  • È palese evidenza che su questo terreno (il patrimonio intellettuale e la produzione immateriale) si stia giocando una partita dalle implicazioni economiche e sociali di rilevanza storica.
  • Attualmente a tutelare gli interessi dei programmatori e delle società di informatica interviene il diritto d’autore che riguarda i programmi nella loro interezza (es. Word, Autocad, Acrobat, etc), tale normativa di tutela si è dimostrata utile ed efficace nel garantire gli interessi delle aziende e degli sviluppatori Software permettendo allo stesso tempo la divulgazione delle idee, poiché fatta salva l’implementazione, a pagamento, l’idea rimane disponibile per chiunque voglia attingerci ispirazioni.
  • In analogia con altre vicende (es. privatizzazione dei beni comuni, come l’acqua o svendita del patrimonio infrastrutturale dello stato) gli interessi dei poteri forti e delle grandi multinazionali si stanno muovendo in direzione contraria agli interessi generali della collettività e della società. Gli interessi dei succitati poteri, si sono sub stanziati nell’azione della Commissione europea che, ammantata dall’alibi di una generica ed inspiegabile armonizzazione delle regole dei mercati, sta tentando di introdurre la brevettabilità dei programmi informatici e di sue parti, permettendo di brevettare anche singole funzioni (come doppio click!) o poche stringhe di codice.

CONSIDERATO CHE

  • Negli Stati Uniti, il sistema brevettuale, che è stato esteso al software da 20 anni, ha rallentato l’innovazione invece che incoraggiarla, spostando i fondi destinati originariamente a ricerca e sviluppo verso i soggetti economici legali delle grosse multinazionali che si occupano a tempo pieno di costose cause brevettuali.
  • Un tale sistema, riportato in Italia, imporrebbe degli oneri pesantissimi per le piccole e medie imprese del territorio, vero motore dello sviluppo software continentale, rendendole subalterne a poche grosse aziende, in maggioranza extraeuropee, che posseggono grandi portafogli di brevetti software.
  • L’Italia e gli altri Paesi europei saranno costretti ad acquistare a caro prezzo dall’estero il software brevettato: non ci saranno ingressi di capitali nei mercati europei, anzi il flusso andrà nella direzione inversa a quella sperata.
  • (Gli unici in Europa che potranno trarre vantaggio da questa direttiva comunitaria saranno gli avvocati).
  • La direttiva in questione è pericolosa, perché introduce ostacoli insormontabili alla creazione di software, sia libero che proprietario, sia se ceduto gratuitamente che dietro pagamento, sarebbe infatti necessaria la completa conoscenza di quanto già brevettato, ovvero decine di migliaia di brevetti europei già esistenti e depositati, pur se attualmente non legali.
  • I processi di migrazione da software proprietario a software libero, inoltre, sarebbero fortemente rallentati e l’impegno profuso in molteplici realtà territoriali del nostro Paese (soprattutto enti ed amministrazioni locali) sarebbe completamente vanificato, con un danno economico di tutta rilevanza.
  • La Commissione europea gia in passato ha tentato di introdurre la brevettabilità del software, ma il Parlamento europeo, accogliendo le indicazioni di due milioni di persone che ne denunciavano l’estrema pericolosità, ha respinto la direttiva che oggi viene reiterata dalla commissione.
  • Il Parlamento europeo potrebbe nuovamente respingere la direttiva comunitaria sui brevetti, ma per farlo una seconda volta dovrà raggiungere la maggioranza degli aventi diritto: 347 votanti, tantissimi per la media di presenza all’Europarlamento.
  • Esiste un un vasto movimento di associazioni, aziende, professionisti, docenti, studenti e cittadini che sta facendo opera di informazione e sensibilizzazione verso la questione della brevettabilità del Software.

IL CONSIGLIO
(della Regione, della Provincia, del Comune, del Municipio)

  • Esprime la sua contrarietà all’introduzione della brevettabilità nel Software.
  • Invita tutte le istituzioni democratiche, le forze politiche, i Parlamenti, i Governi e le Organizzazioni della società civile ad intensificare l’impegno per la libera circolazione delle idee.
  • Esorta la Commissione Europea, il Consiglio dei Ministri Europei ed i membri del Parlamento Europeo a respingere la direttiva in oggetto, ritenendo prioritario ed irrinunciabile il mantenimento della libera accessibilità degli alfabeti biologici (genoma, DNA) e degli alfabeti antropologici (quelli che permettono la trasmissione del sapere, della cultura della comunicazione e della conoscenza).

Roma, 10 giugno 2005

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Il Presidente del Consiglio

 


 

ADERISCONO AL DOCUMENTO RIBES:
PROMUOVONO RIBES
giugno, 13º 2017